V DOMENICA DEL TEMPO DI QUARESIMA

VANGELO Gv 11,1-45

Carissimi/e,

pensavo e speravo, come del resto anche voi, che questo periodo di dura prova si avviasse verso un cambiamento rapido e definitivo, ma così non è. Siamo ancora immersi dentro l’angoscia e la paura che questa epidemia provoca dentro ciascuno/a di noi. Oggi vogliamo ascoltare la Parola che ci aiuta e invita a guardare la realtà con uno sguardo di fiducia in Colui che ha vinto la morte. In queste domeniche abbiamo compiuto un percorso attraverso l’incontro con la Samaritana al pozzo di Sicar e la guarigione del cieco nato. Con questi testi siamo andati al cuore della vita cristiana in un percorso di fede che è accedere all’acqua viva e accogliere la vera luce che ci permette di vedere ogni cosa con occhi nuovi e diventare a nostra volta luminosi. 

Il vangelo odierno sembra contraddire quanto stiamo sperimentando in questi giorni, in realtà ci offre uno sguardo più sereno sulla vita e il suo prezioso valore aiutandoci ad affrontare un momento determinante per la vita del discepolo e di ogni persona. Tutti dobbiamo misurarci con la morte quella degli altri ma soprattutto con la propria. Chi può resisterle, lottare contro di essa con la speranza di vincerla e di sconfiggerla? L’incontro con Gesù porta guarigione, pace e consolazione. Il racconto di Giovanni pone in luce una ineluttabilità di fronte alla quale ci si rassegna. Lazzaro è morto da quattro giorni e la sua anima l’ha già abbandonato alla corruzione. Non c’è più nulla da fare, è tutto finito. In questa situazione impossibile Gesù agisce e si rivela come il Signore della vita, colui che è in grado di sottometterla, colui che offre al discepolo la forza di affrontarla per approdare alla vita piena. Nel gesto di Gesù che chiama Lazzaro c’è qualcosa di grande: il potere della morte non è più così solido e imbattibile, riceve la sconfitta quando la sua vittoria sembrava ormai certa. Questo ci dice che la morte è solo un passaggio, certamente doloroso, ma che porta alla vita piena. Lasciamoci abbracciare da questa vita che Gesù ci offre con uno sguardo realistico ma pieno di speranza e ottimismo.

Preghiamo gli uni per gli altri, sentiamoci uniti in questo percorso di vita, mettiamo nelle mani di Dio le migliaia di persone che sono morte e i loro famigliari, preghiamo per gli operatori sanitari, i ricercatori e tutti coloro che si prodigano ad aiutare chi vive nella solitudine e nell’abbandono.

Vi abbraccio e vi saluto uno ad uno nell’attesa, speriamo non molto lontana, di riabbracciarci fisicamente e di riprendere un percorso normale e sereno intriso di relazioni amicali vere e per condividere la Mensa domenicale. Portiamo i pesi gli uni degli altri così il nostro peso sarà più leggero. Che Dio benedica ciascuno/a. Mettiamoci nelle mani di Dio il Signore amante della vita.

Un caro saluto

Dario parroco

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